No Muos, la primavera di Niscemi


Manifestazione nazionale, in un clima di festa, contro il sistema satellitare statunitense per le guerre globali. Dopo le ultime sentenze il vento è cambiato. Vince il movimento, ma no a facili entusiasmi.

Sono attese migliaia di persone oggi pomeriggio a Niscemi per la manifestazione nazionale contro l'installazione del Muos, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare che la Marina Usa intende utilizzare per le guerre globali planetarie dei prossimi anni. Ci saranno i comitati di base sorti in tutta l'isola, le instancabili mamme No Muos di Caltagirone e Niscemi, le realtà antagoniste e i centri sociali, le associazioni ambientaliste, gruppi scout e parrocchiali, i circoli di Sel e del Prc, i parlamentari del M5S, i sindacati di base, i collettivi anarchici, delegazioni dei No Tav della Val di Susa, dei No Basi – No radar della Sardegna, dei No Triv e di numerose realtà territoriali che si oppongono alle discariche e alle centrali inquinanti, le donne del No Dal Molin di Vicenza. Nel lungo serpentone che si snoderà tra le ultime querce e sugherete di Sicilia ci saranno i protagonisti delle lotte contro i missili Cruise, in un giorno, il 4 aprile, che 33 anni fa a Comiso vide il popolo della pace sfidare i dottor stranamore della morte nucleare, accanto al leader comunista Pio La Torre, nella sua ultima uscita pubblica prima dell'efferato omicidio di mafia.

Sfileranno i i rappresentanti di ANCI Sicilia e i gonfaloni dei comuni di Niscemi, Palermo, Butera, Caltagirone, Riesi, Modica, Mazzarino, Palagonia, Ragusa, Chiaramonte Gulfi. Ma ci saranno soprattutto loro, gli abitanti di Niscemi, i numerosi giovani che studiano negli atenei di mezza Italia e quelli che hanno dovuto lasciare il paese per tentare la fortuna in Germania in una migrazione che ricorda quella dei loro nonni negli anni '50. “Contro il Muos questo paese ha  rafforzato la sua identità comunitaria e siamo certi che quella di oggi sarà una giornata di festa, nostra e dei nostri ospiti, con cui passeggeremo all'interno della riserva naturale, respirando i profumi della natura e della primavera”, dichiara il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa. Tutte le fasi organizzative dell'evento hanno rivisto lavorare fianco a fianco le diverse anime ed espressioni del movimento, coloro che hanno privilegiato la via istituzionale, dei ricorsi al Tar e delle denunce penali, e coloro che ci hanno messo i corpi e i volti per bloccare il via vai delle ruspe nei cantieri del Muos o che hanno invaso una, due, tre volte, la grande base di telecomunicazione della Marina Usa. “Stiamo vivendo una stagione esaltante e frenetica, dove la cosa più bella è stato collaborare fra tutti i gruppi e comitati e l'amministrazione comunale”, dichiara Concetta Gualato delle mamme No Muos.

“Durante i volantinaggi per le piazze e i mercati gli sguardi della gente sono stati diversi, quasi di ammirazione”, commenta Fabio D’Alessandro del Comitato di base No Muos di Niscemi. “Non accadeva da tempo. Prima potevi leggere lo sconforto, ma oggi c’è spazio per la speranza”. Sul clima generale hanno certamente influito le vicende degli ultimi mesi, prima la sentenza del Tar di Palermo, il 13 febbraio, che ha dato piena legittimità alle denunce dei No Muos sui gravi rischi del sistema satellitare per la salute e l’ambiente e per la sicurezza del traffico aereo in Sicilia. Poi è giunta la decisione del Tribunale di Caltagirone che ha posto i sigilli ai cantieri del Muos perché illegittimi e abusivi. “Chi conosce il corso degli eventi non può fare a meno di pensare però al 6 ottobre 2012, quando a poche ore dalla prima manifestazione nazionale No Muos, fu emesso un primo ordine di sequestro, prontamente annullato dal tribunale della libertà”, aggiunge D'Alessandro. “L’esito di quella vicenda porta noi militanti a non lasciarci andare in facili entusiasmi, ma i provvedimenti in sede giudiziaria e amministrativa hanno dato ai niscemesi nuovo slancio. L'importante è che il vento sia cambiato, che si stia vincendo, che i giudici ci stiano dando ragione”.

Il sequestro dei cantieri del Muos è stato disposto l’1 aprile dal Gip del Tribunale di Caltagirone, Salvatore Ettore Cavallaro, su richiesta del Procuratore Giuseppe Verzera. “Poiché il Tar di Palermo ha annullato i provvedimenti autorizzativi, il Muos è privo di concessione ed è da ritenersi a tutti gli effetti abusivo”, ha spiegato il dott. Verzera. “Per queste ragioni, avendo letto e studiato la sentenza del Tar e l’intero incartamento processuale, ho ritenuto doveroso reiterare la richiesta di sequestro preventivo della struttura, realizzata all’interno di una riserva naturale in violazione del vincolo paesaggistico d’inedificabilità assoluta, al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare”.

Gli attivisti hanno documentato con foto e filmati come la marina Usa avesse proseguito i lavori d'attivazione delle parabole del MUOS. “L’associazione antimafie Rita Atria, che aveva già presentato due denunce per abusivismo e mancanza di autorizzazioni, ha depositato un’istanza di sequestro, che oggi finalmente vediamo realizzato attraverso l’apposizione dei sigilli”, spiegano i legali del Coordinamento dei Comitati No Muos, Sebastiano Papandrea e Paola Ottaviano. “Tutta la vicenda, sin dal suo inizio, è stata caratterizzata dalla prepotenza del governo degli Stati Uniti, supportato da quello italiano. Il rigetto delle richieste di sospensiva avanzate dal Ministero della Difesa da parte del Tar di Palermo nel luglio del 2013, avrebbe dovuto cautelarmente imporre alla US Navy di fermare i lavori nell’attesa che si definissero i procedimenti pendenti. Invece gli statunitensi hanno accelerato i lavori per completarli e porci davanti un fatto compiuto dal quale pensavano non si potesse più tornare indietro. Evidentemente si sbagliavano”.

Associazioni e avvocati puntano l'indice in particolare sulle forze dell'ordine, che mentre si accanivano contro gli attivisti con arresti, procedimenti penali e sanzioni, omettevano qualsivoglia intervento contro le continue violazioni delle norme urbanistiche, ambientali e finanche antimafia. “Abbiamo ritenuto giusto e doveroso con il nostro avvocato Goffredo D’Antona, denunciare quelle istituzioni che nonostante abbiano giurato sulla Costituzione, hanno umiliato quel giuramento, come ad esempio la Polizia di Stato che invece d’identificare chi operava abusivamente nel cantiere del Muos, ha continuato a scortarli e reprimere i pacifici manifestanti”.

Il ministero della Difesa ha presentato richiesta di sospensiva contro il pronunciamento del Tar; la discussione è stata fissata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per il prossimo 15 aprile. “Abbiamo motivo di credere che l’ordinanza di sequestro della Procura di Caltagirone possa influire in maniera positiva sulla decisione del CGA” dichiara l’avvocata Rossella Zizza, legale del Movimento No Muos Sicilia. “Se così non fosse, la concessione della sospensiva riguardo all’applicazione della sentenza e quindi alla disinstallazione dell’impianto, non inficerebbe comunque il sequestro, che continuerebbe a produrre i suoi effetti”. Un motivo in più per credere che forse, alla fine, i mille piccoli Davide dell'altra Sicilia, quella dell'antimafia sociale e del ripudio delle guerre, riusciranno a vincere il muostroso Golia a stelle e strisce.
Pubblicato in Il manifesto, il 3 aprile 2015.

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