Minidroni e blindati Usa per le forze armate ucraine


Il vicepresidente degli Stati Uniti d’America Joseph Biden ha annunciato che saranno consegnati a breve alle forze armate di Kiev nuovi aiuti militari “non letali” per fronteggiare i separatisti filo-russi nelle regioni orientali dell’Ucraina. Tra le dotazioni non letali, secondo il Pentagono, ci sarebbero pure 30 blindati pesanti multiruolo “Humvee”, 200 blindati leggeri, nonché sistemi radio, radar anti-missile ed equipaggiamenti vari per un valore di 75 milioni di dollari circa. Tra gli aiuti Usa all’Ucraina è previsto anche un imprecisato numero di mini droni RQ-11 “Raven”. Realizzati dall’azienda statunitense AeroVironment, i “Raven” possono essere lanciati a mano e volare a 150 metri da terra o a 4.600 metri sopra il livello del mare, a una velocità di poco inferiore ai 100 Km all’ora. I velioli-spia possono essere teleguidati da una stazione terrestre oppure volare in missioni del tutto autonome grazie a propri sistemi di navigazione GPS.

“L’amministrazione Obama sta inoltre considerando la possibilità di fornire alle autorità di Kiev anche armi difensive letali”, ha riferito al Congresso il vice segretario della difesa, Brian McKeon. Per il New York Times, i sistemi d’arma destinati all’Ucraina nel triennio 2015-2017 avranno un valore superiore ai 3 miliardi di dollari e includeranno missili anti-tank, lanciamissili anti-blindati, radar, velivoli a pilotaggio remoto (UAV), sistemi di contromisure elettroniche anti UAV, ecc. Alle forze armate ucraine potrebbero essere fornite infine armi e munizioni prodotte nell’ex Unione Sovietica, attualmente stoccate in un deposito della CIA in North Carolina.

“Siamo seriamente allarmati per le violazioni dell’accordo di Minsk dell’11 febbraio scorso da parte dei separatisti sostenuti dalla Russia”, ha dichiarato la vicesegretaria di Stato per gli affari europei ed euroasiatici, Victoria Nuland. “Negli ultimi due giorni – ha aggiunto - alla frontiera orientale dell’Ucraina orientale ci sono stati nuovi trasferimenti di tank, artiglieria pesante ed equipaggiamento missilistico russo ai gruppi separatisti”. Secondo il portavoce delle forze armate ucraine, Andriy Lysenko, i “ribelli” starebbero ammassando ai confini altre truppe e non sarebbero intenzionati a ritirare le armi pesanti. Affermazioni smentite dallo stesso presidente ucraino Petro Poroshenko che in un’intervista tv ha invece riferito che “i ribelli hanno ritirato dal fronte una parte significativa delle loro armi pesanti, anche se vi sono ancora pezzi di artiglieria nella zona dell’aeroporto di Donetsk”.

Pure il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato che i separatisti stanno rispettando il cessate il fuoco concordato a Minsk. “Abbiamo avuto modo di verificare che sono state ritirate diverse armi pesanti anche se non è chiara quale sia la loro destinazione finale”, ha dichiarato Stoltenberg. La Nato ha tuttavia confermato che dal 28 settembre al 6 novembre prossimo si terrà in Europa orientale, Spagna, Portogallo e Italia la “più grande esercitazione alleata mai realizzata negli ultimi anni”. Ai war games, denominati in codice “Trident Juncture”, parteciperanno oltre 25.000 militari della Nato Response Force (NRF), la Forza congiunta di rapido intervento varata all’ultimo vertice dei ministri della guerra dell’Alleanza, tenutosi in Galles. Corpo d’élite della nuova NRF sarà la brigata di terra Spearhead (punta di lancia) con 5.000 militari circa destinati al fronte orientale e il supporto delle forze aeree e navali speciali dell’Alleanza. Per il dispiegamento rapido della nuova brigata Spearhead, la Nato attiverà sei basi avanzate in Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia, Bulgaria e Romania. Bruxelles ha inoltre deciso di rischiarare entro la fine di marzo in Polonia una batteria di missili terra-aria “Patriot” di proprietà del contingente militare Usa in Germania. I “Patriot” saranno impiegati durante una serie di esercitazioni in Est Europa che coinvolgeranno le forze armate di numerosi partner alleati.

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