Distretto 42 di Pisa e la violenza di Stato


Comunicato di solidarietà incondizionata alle compagne e ai compagni del Distretto 42 di Pisa

 

Nel corso della mia vita e del mio lavoro ho sempre partecipato attivamente o seguito da vicino, là dove  mi è stato possibile, le lotte sociali svolte per il bene comune, la smilitarizzazione del territorio e la riqualificazione urbana ai fini di pace e condivisione, contro ogni logica privatistica di monopolio, privatizzazione e speculazione sul territorio. Il pacifismo, i beni comuni e il rifiuto delle pratiche  predatorie del neoliberismo sono stati alla base del mio impegno politico ed intellettuale, dalla Sicilia al Sud America, per questo non posso che esprimere la massima vicinanza  e solidarietà alle compagne e ai compagni del Distretto 42 di Pisa, costretti allo sciopero della fame dalle scelte scellerate di un’amministrazione evidentemente sorda alle esigenze collettive e sensibile solo al guadagno di pochi.

Quella del recupero dell’ex distretto militare “Curtatone e Montanara” di via Giordano Bruno, dove è sorto il progetto del Distetto 42, rappresenta un’esperienza esemplare di  riconversione di aree militari a scopi sociali e un argine essenziale ai processi speculativi di privatizzazione e cementificazione selvaggia del tessuto urbano, tristemente frequenti nelle metropoli del tardo neo-liberismo, ridotte a vetrine per turisti e a piattaforme d’affari, dove la vita e il popolo vengono sistematicamente relegati nelle periferie, satelliti abbandonati nell’oblio da un centro dimentico di qualsiasi cognizione del “pubblico” e del “sociale”. Credo fermamente che l’unica salvezza dalla disgregazione sociale e dalla logica della speculazione selvaggia sia data da iniziative come quelle del Distretto 42 che oltre ad essere un esempio encomiabile di applicazione dei principi sanciti dalla costituente dei beni comuni, sono anche un manifesto di cultura pacifista per così dire applicata nel quotidiano e nel territorio. Invece a Pisa oggi sembra trionfare la logica della violenza istituzionale che nutre tutte le guerre.

La violenza non è solo quella degli eserciti, ma è anche quella delle oligarchie finanziarie che speculano sui beni collettivi, sgretolando il tessuto urbano, riducendo forzatamente spazi vitali come quelli di socializzazione, ghettizzando la popolazione in quartieri privi di ogni connessione con il resto del territorio. La violenza è anche e soprattutto quella di un’amministrazione chiamata a difendere l’interesse pubblico che ignora le esigenze dei cittadini, costringendoli al gesto estremo dello sciopero della fame. Cittadini che, viceversa, hanno ridato vita ad uno spazio abbandonato nell’indifferenza, rendendolo un polo attivo di scambio, cultura e socializzazione, in sinergia con il quartiere in cui si colloca, raccogliendo in questo modo la massima gratitudine dei residenti.

La tematica di fondamentale importanza per una cultura di pace come quella del disarmo non può prescindere dalla difesa degli spazi vitali contro le logiche dei poteri speculativi, delle privatizzazioni selvagge e delle politiche di austerity. Non posso non dichiararmi addolorato e commosso insieme per il gesto di protesta estremo intrapreso dagli attivisti del Distretto 42, non eroi ma veri e propri interpreti di un processo di liberazione dal basso.

Messina, 18 marzo 2014
Antonio Mazzeo, giornalista e militante antimilitarista e nonviolento

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